Art, // February 1, 2016
Sauro Poli — ARTISTA
Intervista con l’artista [notranslate]Sauro Poli[/notranslate] —
1. Chi sei e cosa fai?
Mi chiamo [notranslate]Sauro Poli[/notranslate], sono nato il 5 giugno 1950, in arte uso lo pseudonimo di SAPO, e mi piace fare “Arte”
2. Perché l’arte?
Fin da bambino mi piaceva osservare le cose e poi descriverle a modo mio.
3. Quale è il tuo primo ricordo di voler essere artista?
Alle scuole medie, in educazione artistica il mio compagno di banco prendeva sempre voti altissimi sugli elaborati, il mio voto, si era buono… in più, però, io avevo”estro.” Da allora ho continuato a rincorrere l’estro.
4. Qual’è il tuo soggetto preferito e quali mezzi usi?
Mi piace molto l’informale e l’astratto, uso qualsiasi tipo di colore, acrilico, olio, pastelli e tempera da muro. Opero anche su tela, ma preferisco la carta, è più impulsivo che dipingere su tela, non richiede grandi sforzi e puoi buttare quello che non ti piace.
5. Come lavori ed avvicini il soggetto?
Di norma uso fare dei gouaches découpèes ,condensati in tasselli a mosaico a rappresentare trame colorate. Inizio a dipingere ad acquerello, come faceva Turner sull’urgenza dell’emozione, poi ritaglio, in frammenti, in brani (frames), in seguito ricompongo per addomesticare l’emozione e ridefinirla, in una ulteriore dimensione estetica. Intrappolo in gabbie regolari l’essenza e la fragranza di paesaggi informali di pura astrazione lirica perché depurati da ogni dramma. E’ una trasfigurazione delle situazioni dell’emozione e dello scorrere del tempo e dello spazio in trame tasselli di un vitale mosaico dove l’ordine e il caos convivono, dove i colori, organizzati in griglie, risuonano e trascolorano. Nell’astrazione dell’immagine, la materia cromatica è determinante come il suono per la musica. Svincola da ogni naturalismo per rivelare una nuova dimensione interiore dell’immagine.
6. Quali sono le opere d’arte e i tuoi artisti preferiti?
L’arte mi piace tutta, se sincera, tra gli artisti dico Giotto; Pollock per l’irruente fisicità del gesto, e Kandinsky per la grande musicalità delle sue opere.
7. Quali sono le migliori risposte al tuo lavoro?
Oltre all’attuale bella mostra a Brescello il mio ricordo va alla mostra del 2014, in una chiesa sconsacrata, vedere le mie opere accanto a stucchi e statue davvero emozionante.
8. Che cosa ti piace del tuo lavoro?
Soprattutto la precarietà del cominciare e del finire un’opera, perché devo andare nel profondo, devo intuire, anticipare, riordinare tutto fino a quando ritengo chiuso il lavoro e poi scaturisce il titolo; che per me è un vezzo, ironico, a volte ingenuo, e a volte provocatorio.
9. Che consigli daresti agli altri artisti ?
Devono togliersi l’invidia e l’arroganza.
10. Dove ti vedi fra 5/10 anni?
Dove mi vedo.. questo è il mio “secondo tempo” e voglio viverlo come ho sempre voluto, fare…Arte.
LINKS-
Email: aurospoli@gmail.com
Cellulare: 345 1409040
Facebook: https://www.facebook.com/sauro.poli.7
Intervista fornito da Patrizia Bonini, corrispondente dall’Italia per Arts Illustrated.
[notranslate]Sauro Poli[/notranslate]
L’artista [notranslate]Sauro Poli[/notranslate] fa parte del territorio intorno al fiume PO, il più grande d’Italia, dove in arte prospera il naif e il mito dell’intenso Ligabue, massimo esponente della corrente e personaggio a se stante. Ma [notranslate]Sauro Poli[/notranslate] si situa presenta tutt’altra visione estetica, l’armonia ritmica dei suoi collages diventa caleidoscopica ma in variata e regolare geometria. Quando si entra nella sala in cui sono esposte le sue opere si percepisce una vibrazione limpida e cristallina. Da abile artigiano , Sauro perfeziona le sue composizioni dai colori brillanti e mette in evidenza gli spazi a strati, dal fondo a quello intermedio a quello più immediato e più in rilievo. L’accostamento alla musica viene spontaneo, e favorisce l’ambiente in cui si trovano le sue opere, creando un clima di “pressure off”che ha favorito anche il mio incontro con lui e la sua compagna e la conversazione che abbiamo avuto, che si è svolta in un clima amabile e sorridente: cosa c’è di meglio di questa funzione comunicativa che va oltre i quadri stessi ?
I titoli dei quadri richiamano una memoria, ma anche una forza di concetti e di pensieri, di garbata ironia,e quella leggerezza che allevia il peso delle nostre preoccupazioni.
— Firmato Patrizia Bonini